DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO, ASSEMBLEA NAZIONALE, ROMA, 29 APRILE 2021, SULLA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA,con i commenti di DIALEXIS.

Dichiarazione del Movimento europeo

Assemblea nazionale, Roma, 29 aprile 2021

Grafico di Eva Bòka, che sintetizza l’integrazione europea

Il Movimento europeo ha esaminato lo stato della preparazione della Conferenza sul futuro dell’Europa dopo la firma della Dichiarazione Comune del 10 marzo, le prime riunioni del Comitato esecutivo e l’avvio della Piattaforma online il 19 aprile.

Il dibattito sul futuro dell’Europa si apre durante una fase di preoccupante rallentamento del processo di integrazione europea dopo le forti aspettative create dagli accordi sul Piano di ripresa (Recovery Plan) legate alla nuova prospettiva di un debito pubblico europeo necessario per investire in beni pubblici europei come la lotta alle diseguaglianze, la transizione ecologica e la digitalizzazione.

Il Movimento europeo ha preso nota dello stato preoccupante delle ratifiche sull’aumento del massimale delle risorse proprie, con ritardi in dieci paesi membri – in particolare in Finlandia, nei Paesi Bassi e in Polonia – che rischiano di rinviare di molti mesi l’avvio del Next Generation EU o addirittura di metterne in dubbio la partenza, e del confuso  e conflittuale dibattito fra i governi sull’introduzione di nuove risorse e specialmente dell’imposta sulle società e sui cosiddetti giganti del web nonostante l’apertura verso queste imposte dell’amministrazione Biden, risorse necessarie per evitare il ricorso ai contributi nazionali alla scadenza del debito europeo.

Nell’attuazione del Recovery Plan attraverso i piani nazionali sarà essenziale che la Commissione e il Parlamento europeo verifichino che siano rispettati pienamente i criteri della sostenibilità sociale e ambientale degli investimenti così come le condizionalità legate allo stato di diritto. In questo quadro il Movimento europeo aggiunge la sua preoccupazione alla denuncia della recente legge adottata in Ungheria che tende a creare fondazioni sotto il controllo governativo a sostegno della “modernizzazione delle Università” usando i fondi del Next Generation EU.

La capacità fiscale autonoma dell’Unione europea è parte essenziale della sua autonomia strategica e del finanziamento futuro del bilancio europeo, insieme alla questione della politica industriale e dell’intelligenza artificiale, quando si porrà la questione della perennizzazione del Piano di ripresa e della riforma profonda dei meccanismi della governance economica europea a cominciare dal rafforzamento del ruolo internazionale dell’Euro e dalla revisione del Patto di Stabilità e del Fiscal Compact.

Il Movimento europeo condivide in questo quadro l’idea di un piano di investimenti europeo con scadenza decennale che dovrebbe ispirarsi al rapporto della task force presieduta da Romano Prodi e Cristine Sautter sulle infrastrutture sociali con l’obiettivo di un New Deal Europeo e alle recenti proposte della Commissione europea sulla strategia industriale dell’Unione europea che sia pienamente coerente con gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile nel quadro dell’Agenda 2030.

La confusione e la conflittualità fra i governi è ancora più grave se si esamina lo stato di preparazione del Vertice Sociale di Porto del 7 maggio dove undici paesi hanno già preannunciato la loro intenzione di bloccare le proposte della Commissione europea volte a dare un seguito concreto e giuridicamente vincolante al Pilastro adottato all’unanimità a Göteborg nel novembre 2017.

All’altolà di undici paesi di fronte alla prospettiva di un’Unione più forte e più solidale è seguito il silenzio assordante degli altri sedici paesi europei che hanno per ora ignorato la volontà innovativa espressa dalla grande maggioranza del Parlamento europeo e dai rappresentanti dei lavoratori europei.

Nel caso in cui non fosse possibile raggiungere la maggioranza qualificata nel Consiglio nei settori della politica sociale in cui il Trattato prevede la procedura legislativa ordinaria o nei casi in cui il Trattato prevede il voto all’unanimità nel Consiglio la via da seguire è quella che fu adottata nel 1992 con il Protocollo sulla politica sociale a carattere vincolante introdotto nel Trattato di Maastricht per superare l’ostilità del Regno Unito ponendo la questione della dimensione prioritaria dell’Unione sociale al centro del dibattito nella Conferenza sul futuro dell’Europa e adottando alla fine della Conferenza le misure operative per realizzarla.

Ancor più grave appare l’irresponsabilità del Consiglio e dei governi di fronte alla tragedia immane dei flussi migratori di chi fugge dalle guerre, dalla fame, dai disastri ambientali e dal land grabbing, una tragedia che esige con urgenza la revisione del regolamento di Dublino bloccata all’unanimità dal Consiglio europeo nel giugno 2018 e la conclusione della procedura legislativa ordinaria sul Migration Compact presentato dalla Commissione Von der Leyen, la creazione di corridoi umanitari e la modifica della missione dell’Agenzia Frontex al fine di farne uno strumento di intervento coerente con la Carta dei Diritti Fondamentali, la Convenzione di Ginevra e la Convenzione di Amburgo.

L’incapacità dell’Unione europea di far fronte a questa tragedia epocale, esplosa otto anni fa, si somma alla sua impotenza nella politica estera e nelle relazioni con i paesi vicini come è stato confermato recentemente nel “dialogo” con la Turchia e nella sua cecità davanti alla realtà di quel che avviene in Libia.

Iin un mondo instabile dove prevalgono sempre di più tendenze autoritarie, volontà di sopraffazione e inaccettabili ingerenze nella vita delle nostre società democratiche.

Sotto questa luce l’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa non può essere legato ad una scelta teorica ed astratta fra diversi modelli di integrazione europea ma ad un confronto fra due alternative: la condivisione della sovranità all’interno di una comunità fondata sui valori della solidarietà, dell’uguaglianza, della democrazia e dello stato di diritto o il conflitto continuo e paralizzante fra apparenti interessi nazionali.

L’idea di uno spazio pubblico dedicato al futuro dell’Europa – e non di un cantiere “vietato ai non addetti ai lavori” – in cui la dimensione della democrazia partecipativa e quella della democrazia rappresentativa si potessero ritrovare su un piano di eguaglianza o ancor di più in cui si sperimentassero modelli di scrittura collettiva a livello europeo simili a quelli realizzati in Irlanda, in Islanda e in Belgio rischia di trasformarsi in una gigantesca operazione di consultazioni nazionali già inutilmente sperimentate nel 2018 lasciando poi alle istituzioni il compito di tradurre le narrazioni delle cittadine e dei cittadini europei in aride raccomandazioni sottoposte all’esame delle stesse istituzioni che le avranno scritte.

In questo quadro, il Movimento europeo condivide la posizione espressa dal Parlamento europeo relativa ad un’ampia composizione della Conferenza e alla necessità che le conclusioni dei dibattiti siano adottate dalla Conferenza stessa e non dal Comitato esecutivo.

Il Movimento europeo condivide la necessità di un’azione sinergica delle istituzioni, della società civile, del mondo accademico e della scuola, dell’informazione e delle forze politiche per sollecitare la “conoscenza, la partecipazione e la consapevolezza delle cittadine e dei cittadini al fine di contribuire alla creazione di uno spazio democratico in cui modellare il futuro dell’Europa” così come è stato affermato nel recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per la partecipazione dell’Italia alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Vale la pena di sottolineare che, pur essendo  stato affermato che la piattaforma online “è il cuore della Conferenza”, ad essa possono attualmente accedere solo singoli cittadini e non associazioni rappresentative o cittadini di paesi  terzi residenti nell’Unione europea, che il sistema della traduzione multipla non funziona in modo efficace rendendo difficile un dialogo interattivo, che solo poco più di 6100 cittadini in tutta l’Unione europea (su quattrocento cinquanta milioni di europei) hanno per ora deciso di creare un loro account, che le regole del suo funzionamento non sono conosciute e non sono trasparenti, che nulla è stato detto sull’uso che sarà fatto dalla Conferenza delle idee sottomesse alla Piattaforma e che i quattro paneltematici europei saranno aperti a duecento cittadini europei per panel scelti a sorte, che non si sono ancora realizzate le condizioni di una vera democrazia partecipativa nel tempo della società digitale.

Last but not least e come sta avvenendo per il Piano di azione sociale, dodici governi hanno già manifestato la loro volontà di opporsi a qualunque riforma dell’Unione europea e alla revisione dell’attuale squilibrio istituzionale mentre il silenzio degli altri quindici governi è assordante.

Il Movimento europeo conferma il suo impegno a battersi per un’Unione europea solidale e democratica aperta a tutti i paesi e a tutti i popoli pronti a portare a compimento il progetto ideato nel 1941 da chi scrisse nel confino di Ventotene il Manifesto per un’Europa libera e unita.

Per portare a compimento questo progetto il Movimento europeo è convinto che la via da seguire dopo la conclusione della Conferenza sul futuro dell’Europa è quella dell’assunzione da parte del Parlamento europeo – in vista delle elezioni europee del 2024 – di un ruolo costituente in un dialogo costante con i parlamenti nazionali, rivendicando questo ruolo già durante i lavori della Conferenza per creare le condizioni di un ampio consenso della società civile su questa scelta di democrazia europea.

(proposta dal Consiglio di presidenza del 27 aprile 2021)

Alla ricerca di un’ “Europa Poliedrica” (Papa Francesco)

COMMENTI SULLE PRESE DI POSIZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO CIRCA

LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’ EUROPA

La prima osservazione che viene alla mente nel leggere la presa di posizione del Movimento Europeo è che finalmente si stia prendendo atto dell’ambiguità sempre più evidente delle Istituzioni, le quali, sul piano retorico, “alzano continuamente l’asticella” degli obiettivi dell’ Unione (Sovranità strategica europea, Trendsetter del Dibattito Globale), ma dall’ altra, conservano ed aggravano quelle situazioni che fino ad ora hanno impedito all’ Europa di decollare (ruolo ancillare nel sistema occidentale e verso le multinazionali -come i GAFAM e Big Pharma-; incapacità a decidere e a parlare ai cittadini; mancanza di una rappresentanza credibile all’ esterno; assenza della seppur minima idea di politica economica e tecnologica). Infatti, “il dibattito sul futuro dell’Europa si apre durante una fase di preoccupante rallentamento del processo di integrazione europea dopo le forti aspettative create dagli accordi sul Piano di ripresa (Recovery Plan)…il quale ultimo sta subendo un ritardo “ preoccupante delle ratifiche sull’aumento del massimale delle risorse proprie, con ritardi in dieci paesi membri – in particolare in Finlandia, nei Paesi Bassi e in Polonia – che rischiano di rinviare di molti mesi l’avvio del Next Generation EU o addirittura di metterne in dubbio la partenza”.

In particolare, l’Unione non sta prendendo atto in alcun modo che il Recovery Plan non è il rimedio universale all’ oramai cronica crisi economica e sociale, che potrebbe venire solo da una vera e propria ” politica industriale e dell’intelligenza artificiale“, dalla “perennizzazione del Piano di ripresa e della riforma profonda dei meccanismi della governance economica europea.

Infine, last but not least, “Il dibattito sulla cosiddetta autonomia strategica dell’Unione europea in una dimensione planetaria appare in questo quadro paradossale perché è evidente che tale autonomia non può derivare solo dalla sua indipendenza nella dimensione della sicurezza e della difesa dagli Stati Uniti ma dalla sua capacità di essere un attore globale internazionale“.Il che presupporrebbe una definizione molto più precisa dell’ identità europea, e quindi degli obiettivi storici dell’ Europa, un profondo ripensamento culturale delle sue classi dirigenti, la creazione di organismi accademici, culturali, politici e militari capaci di pensare a un ruolo storico per il nostro Continente, e, infine, l’integrazione del mondo finanziario, economico e militare, intorno a questo ruolo .

La confusione che circonda la Conferenza non è che la punta dell’ iceberg di questo generale disagio, che qualcuno ha definito brillantemente come “La malattia dell’ Europa”, a cui dedicheremo il nostro annuale dibattito del 9 maggio. Di conseguenza, si rivela, in se stessa, un’arma assai spuntata. Tuttavia, essendo l’unico strumento disponibile in questo momento, è logico cercare di trarne il massimo profitto possibile, come suggerito nei seguenti Commenti.

“Credo infatti sia giusto chiedere una serie di modifiche. Ma, soprattutto, avendo scorso il materiale già versato nella piattaforma, vedo moli modi per sfuggire  comunque alle sue strettoie.

E’ facile ricordare l’insuccesso della Convenzione per la Costituzione Europea, per poi essere scettici circa il successo della Conferenza. Ciò detto, l’idea di fondo era stata probabilmente che, se anche non c’è una vera rivoluzione, il Covid e la Brexit,  mettendo in luce le contraddizioni  dell’ Europa attuale, avrebbero potuto costituire un salutare scossone. Inoltre, dato il disinteresse generalizzato per la politica, i partecipanti con una qualche  idea sarebbero stati necessariamente pochi.

Infine, nonostante che tutte le forme di “democrazia partecipativa” (tratte dalle prassi del socialismo reale), corrano il rischio di essere solo folklore, la piattaforma è in sé relativamente ben congegnata (salvo alcuni difetti tecnici), e potrebbe anche funzionare, a certe condizioni.

“.

I PRINCIPALI VIZI SONO I SEGUENTI:

1)mancanza di profondità culturale:In qualunque processo costituente, occorre mettere in sequenza l’analisi del contesto, le scelte culturali, gli obiettivi storici, gli aspetti costituzionali, quelli tattici, quelli programmatici.

Di fronte a quest’indubbia sfida, la piattaforma ha scelto di fermarsi a mezza strada. Ha individuato 10 priorità definite digitalmente (che sono i generici ambiti di attività dell’ Unione), ma poi ha inserito anche la voce “altre idee”, e, infine, ha suddiviso ciascuna voce in sotto-capitoli non vincolanti. Si tratta di una specie di “ufficio reclami” dell’attività ordinaria dell’ Unione, non già di veri e propri “Cahier de Doléances”:è’ difficile che ne esca un quadro organico.Certo, gli organizzatori potranno fingere che ci sia stata un’aggregazione del consenso intorno ai singoli temi.

Però, come dai Cahiers de Doléances voluti da Luigi XVI era nata la Convenzione, così, da questo “Ufficio Reclani”, con uno sforzo ben mirato, potrebbe uscire una Costituzione Europea

Un’organizzazione più sistematica del dibattito avrebbe richiesto più riflessione e più coraggio, abbozzando, non già una soluzione, bensì l’inizio di un processo logico:

La rivoluzione delkl’ Intelligenza Artificiale provoca una vertiginosa “Accelerazione della Storia”che corrisponde nella tecnologia alla “Legge dei Ritorni Crescenti”

a.L’ ANALISI DEL CONTESTO:

La Conferenza avrebbe dovuto  partire da un’analisi interdisciplinare della situazione attuale.

A nostro avviso, per evitare eccessi di intellettualismo, occorrerebbe prendere atto innanzitutto concretamente dalle cattive prove di efficienza nella gestione della pandemia e nei rapporti con le Grandi Potenze, riconoscendo apertamente che siamo molto arretrati in campo tecnologico; che, rispetto alle altre parti del mondo, ci siamo allontanati troppo dalle nostre radici, e che, infine, abbiamo un meccanismo decisionale non sufficiente per stare dietro alle trasformazioni del mondo odierno.

Se, come sembra, tutti i grandi soggetti mondiali, per garantirsi compattezza e sopravvivenza, sono costretti a darsi delle pretenziose missioni (la “Fine della Storia”; l’”Armonia Universale”), allora, anche l’Unione fa bene a pretendere di essere il “Trendsetter del Dibattito Mondiale”, ma allora deve darsi gli strumenti per esserlo veramente.

b.GLI OBIETTIVI STORICI

Per conseguire l’obiettivo di cui sopra, non basta scrivere moltissimi e complicatissimi documenti inapplicabili perché i reali detentori del potere economico, tecnologico e militare, sono fuori dell’Europa, bensì occorre, come i più recenti documenti programmatici americani e cinesi, porci degli obiettivi quantificati e tempificati di recupero delle capacità operative e coercitive (ICT, difesa, tasse, antitrust).

c. LA COSTITUZIONE (FORMALE/MATERIALE)

Nella conferenza stampa di presentazione della Conferenza, Guy Verhofstadt ha affermato che la piattaforma ha deliberatamente lasciato impregiudicata la questione del se sia necessario modificare i Trattati, e che, quindi, chi lo volesse è libero d’inserire proposte in tal senso. Così stando le cose, tali proposte non possono non venire, e molti le hanno già inserite nella  piattaforma. Il punto è che si tratta di affermazioni generiche, anche perché il meccanismo della piattaforma non invoglia certo a proposte più organiche e impegnative, perché ciascuno può scrivere solo 1500 battute.

Ciò non toglie che occorrerebbe fare piovere proposte a tutto tondo , in modo che la Convenzione ne risulti letteralmente inondata.

d.IDEE DI CARATTERE PROGRAMMATICO O TATTICO (Per esempio, sono programmatiche quelle sull’ identità europea, sui campioni europei,  sull’ esercito europeo; è tattica quella sulla ratifica del  trattato con la Cina). 

Certo,  bisognerebbe almeno distinguere quali sono le proposte di carattere costituzionale (che non sono solo quelle sulla modifica dei trattati, anche perché, al di là di una costituzione formale, c’è pur sempre  una costituzione materiale)  e quali quelle  di modifiche normative o di policy.

2.Scarsa agibilità tecnica:

a)LENTEZZA DELLA PIATTAFORMA E NEL RENDERE OPERATIVE LE SUE FUNZIONALITA’ L’incertezza sulla disponibilità della traduziione ha reso difficile impostare la comunicazione transnazionale, spingendo molti a scrivere tutto in Inglese, con una grave perdita per il plurilinguismo

b)LIMITE DI 1500 BATTUTE PER OGNI TESTO: Impedisce di scrivere dei contenuti logici e costringe a rinviare tutto ad allegati i link esterni (praticamente ingestibili perchè i software ammessi non sono appropriati);

c)MECCANISMO MACCHINOSO PER ORGANIZZARE GLI EVENTI (Richiesta di permesso ,indicando già l’orario, realizzazione dell’ evento, relazione sull’ evento, idea tratta dall’ evento). Tutto ciò impone un grande sforzo di organizzazione, che va a scapito dei contenuti.

3.Soluzioni pratiche per bypassare i limiti attuali:

a.ORGANIZZARE UN’ATTIVITÀ AL DI FUORI DELLA PIATTAFORMA, E POI INSERIRLA SOLO QUANDO SI HANNO CHIARI ORATORI E DATE;

b.COORDINARE LE PROPOSTE E GLI EVENTI DI VARIE ASSOCIAZIONI IN MODO DA OTTENERE UNA MAGGIORE “POTENZA DI FUOCO” (esempio, i “Cantieri Digitali d’ Europa”;

c.FARE UN REPORTING COORDINATO AI VERTICI DELLA CONFERENZA

 4.Risposte a quesiti specifici :

a.RICHIEDERE LA REVISIONE TECNICA DELLA PIATTAFORMA (PRIVACY, TRADUZIONE, NUMERO DI BATTUTE, MODULO PER L’AUTORIZZAZIONE DI EVENTI, VELOCITÀ DI CALCOLO);

b.RICHIEDERE CHE, OLTRE AD “IDEE”, SI POSSANOM PROPORRE DELLE”POLITICHE”;

c.PROPORRE UN REGOLAMENTO DELLA PIATTAFORMA(CFR. PUNTI ALLEGATI SUB1);

d.PROPORRE CHE POSSANO PARTECIPARE ALLA CONFERENZA TANTO LE ASSOCIAZIONI QUANTO I CITTADINI ;CHE QUELLI PER GLI SPECIFICI PANEL SIANO SORTEGGIATI FRA COLORO CHE HANNO PRESENTATO PROPOSTE O ORGANIZZATO EVENTI , E CHE, AI FINI DEL SORTEGGIO, CONTI IL NUMERO DI INIZIATIVE PROMOSSE

ALLEGATO 1

PRINCIPI DI BASE DEL REGOLAMENTO

-1 cittadini o le organizzazioni hanno diritto di conoscere l’esito dei loro interventi: accettato, moderato, respinto, preso in considerazione per ulteriori attività;

-gli organizzatori della piattaforma raggrupperanno le idee, politiche ed eventi in base alla loro natura:

-riflessioni di base;

-proposte di carattere costituzionale (con o senza modifica dei trattati);

-proposte di carattere programmatico (modifiche strutturali, politiche a lungo termine) e soluzioni contingenti, anche queste divise per argomentio affini

-le idee, proposte e politiche così articolate saranno sottoposte alla Conferenza, che dovrà dare, sulle stesse, un parere motivato;

-in base alla recezione (o non recezione) delle proposte, politiche o misure da parte della Convenzione, i cittadini potranno propore petizioni

-le procedure dovranno essere pubbliche e verbalizzate (o filmate).