“È un giorno buio quando un’alleanza di popoli liberi, uniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, decide di sottomettersi”, ha scritto il capo del governo francese su X.” François Bayrou, Primo ministro francese
“Ue non è stata temuta abbastanza, non finisce qui”
”, Emanuel Macron, Presidente francese
“L’Europa si svende alle multinazionali Usa”Paolo Ferrero, Il fatto quotidiano
“Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea per colazione“, Viktor Orbàn, Primo Ministro ungherese.
Ursula von der Leyen ha importanti elementi di discendenza americana (anzi, da proprietari schiavisti del Sud e politici coloniali e sudisti), che possono spiegare la sua particolare arrendevolezza verso Trump:“Von der Leyen’s father’s grandparents were the cotton merchant Carl Albrecht (1875–1952) and Mary Ladson Robertson (1883–1960), an American who descended from a planter family in Charleston, South Carolina. Her American ancestors played a significant role in the British colonization of the Americas, and she descends from many of the first English settlers of Carolina, Virginia, Pennsylvania and Barbados, and from numerous colonial governors. Among her ancestors were Carolina governors John Yeamans, James Moore, Robert Gibbes, Thomas Smith and Joseph Blake, Pennsylvania deputy governor Samuel Carpenter, and the American revolutionary and lieutenant governor of South Carolina James Ladson.”
Inoltre, c’è un mistero sul perchè a Londra si faceva chiamare , anziché Ursula Albrecht, “Rose Ladson” come il suo antenato rivoluzionario americano. E’ legale? Perché in America tutti si cambiano il nome (per esempio i Drumpf, e, soprattutto Vance)?:”As an economics student at the London School of Economics in the late 1970s, she lived under the name Rose Ladson, the family name of her American great-grandmother from Charleston, South Carolina.”
Si ha l’impressione che ci Siano tante cose nascoste da fare dimenticare. Anche la famiglia del marito (il famigerato consulente della Pfizer), pur avendo un cognome identico a quello di antichissimi principi del Sacro Romano Impero, discende in realtà dall’ “aristocrazia della roba”(erano i “padroni” di Krefeld, contro cui fu fatto uno storico sciopero) fu nobilitata da Napoleone, ed era di religione mennonita, una setta estremista erede degli Anabattisti di Muentzer, presente in USA e Ucraina.
Tutto ciò può avere avuto un’influenza sul comportamento nelle trattative con Trump (Drumpf?)(della Presidente che d’ora in avanti chiameremo con il suo alias britannico: Rose Ladson)
I continui cedimenti della Commissione UE alle esorbitanti pretese di Trump hanno comunque fornito, se ancora ve ne fosse bisogno, la dimostrazione più schiacciante della falsità del discorso politico dell’ establishment, tanto occidentale, quanto europeo (e italiano), sulle principali, anzi, esistenziali, questioni oggi sul tavolo, e in particolare su:
1.IL “CONTINGENTAMENTO DEL CAPITALISMO EUROPEO” (come prevedeva Trockij più di 100 anni fa). Claudia Perina ha scritto su La Stampa: ”La partita dei dazi finisce quindici a zero, con numeri mostruosi di contorno. Acquisti di petrolio e gas dagli Usa per 750 miliardi di dollari, investimenti garantiti in America per altri 650 miliardi da parte della nostra industria, una ‘tassa sull’amicizia’ così enorme da rendere increduli sulla sua effettiva applicazione. Poi, pure la beffa perché nelle dichiarazioni seguite all’incontro con Ursula von der Leyen il Paparino prometterà di essere gentile con i Paesi che non hanno trattato accordi: pagheranno tariffe del 15 o del 20. Insomma, abbiamo negoziato per mesi per ottenere un risultato poco distante o forse identico di chi al tavolo non si è neanche seduto.
Difendere l’indifendibile è un problema alquanto italiano, gli altri non provano nemmeno a nascondere la delusione o addirittura l’allarme per le conclusioni di questa difficile partita, che si somma alle onerosissime intese sulla difesa continentale “.
2.L’ILLOGICITÀ DELL’INTERO MECCANISMO: IL “SURPLUS COMMERCIALE” CON GLI USA È UN FATTO FISIOLOGICO, NON GIÀ PATOLOGICO: esso è già abbondantemente compensato (se non causato) da un surplus dei “servizi” americani, che, pur essendoci “venduti” come servizi, in realtà sono i lacci e lacciuoli che servono a controllare le società europee: telecomunicazioni; internet; basi militari; industria culturale; entertainment; licenze; consulenze; banche…; eliminarlo con un accordo intergovernativo (come quelli che si facevano nel COMECON) è comunque un intervento dirigistico della potenza egemone, che smentisce la pretesa natura “liberale” dell’ Occidente, e ribadisce invece la sua sostanza tirannica Come scrive Paolo Ferrero su “Il Fatto Quotidiano”, “Si tratta di una bugia colossale, priva di ogni fondamento. Nei rapporti tra Usa e Ue infatti gli Usa hanno un disavanzo di 213 miliardi per quanto riguarda le merci ma hanno un avanzo di 156 miliardi per quanto riguarda i servizi e di 52 miliardi per quanto riguarda i capitali.In sostanza il disavanzo economico reale tra Usa e Ue è di 5 (cinque) miliardi. Avete letto bene: cinque! Per riequilibrare questi 5 miliardi di disavanzo l’Unione Europea accetta di beccarsi una mazzata colossale a partire dai dazi dal 15 al 50% per tutte le merci che esporta in Usa.”
3.LA DEVASTANTE ESSENZA VASSALLATICA DELL’ACCORDO: Non ci saranno nuovi dazi per le tutte le merci USA vendute in Europa (altro che “dazi reciproci”!), bensì un colossale trasferimento di denaro dall’ Europa all’ America, tale da portare le nostre economie alla recessione, se non al collasso. Al tutto va sommato l’effetto cambio che raddoppia il vantaggio americano. In cambio della pretesa “riduzione” dei tassi dal 30% al 15%, il presidente USA ha ottenuto le seguenti, sanguinose, ulteriori concessioni europee in ordine a:
a)esenzione fiscale per tutte le tutte le Big Tech (che già godono di fatto di esorbitanti privilegi)Cfr. Ferrero”Un mese fa, i paesi del G7, su pressione degli Usa, hanno deciso di non applicare la tassa minima globale sulle multinazionali. in sede di discussione del bilancio pluriennale 2028-2034, ed eliminato dalla proposta anche la digital tax, prelievo mirato a colpire i big della rete come Google, Meta e Amazon.
Dopo queste decisioni, le aziende Usa che vendono servizi all’Unione Europea, non vengono quasi tassate in quanto hanno tutte sede in Irlanda che praticamente si comporta come un paradiso fiscale. Emblematico l’esempio di Microsoft che nel 2020 ha realizzato nella filiale europea sita in Irlanda 314,7 miliardi di profitti ma non ha pagato un euro di tasse. il negoziatore per la Ue sulla tassazione sui servizi era il presidente dell’Eurogruppo che guarda caso è Paschal Donohoe, proprio il ministro irlandese delle Finanze protagonista della trasformazione dell’Irlanda in un paradiso fiscale per soli ricchi…. Ovviamente nulla gli Usa pagano per i 52 miliardi di trasferimenti finanziari…”
b)” l’abolizione delle regole europee relative al cibo (OGM, Carne agli ormoni, etc etc). Se confermata, questa deregulation significherà che l’Unione Europea ha deciso di distruggere oltre all’industria anche l’agricoltura, in particolare quella di qualità”.
c)”L’abolizione delle regole europee attraverso cui viene approvata la messa in commercio dei nuovi farmaci: per l’Europa vale il principio di precauzione per cui un farmaco viene messo sul mercato solo quando è stato verificato che non è nocivo. Viceversa negli Usa un farmaco può essere immesso immediatamente sul mercato e ci resta fino a quando venga provato che è nocivo”.
d)Investimenti in USA per 600 milioni.
La stessa Commissione ha dovuto smentire ufficialmente la von der Leyen poche ore dopo l’incontro perché non è nei poteri della Commissione costringere il settore privato a acquistare idrocarburi o fare degli investimenti in America, come si faceva nell’ URSS. Ma la von der Leyen non ha neanche avuto il coraggio di dirlo nella conferenza stampa (e comunque si è prestata a una mascherata da venditori ambulanti). Vedremo ora come va a finire.
e)importazione massiccia di gas liquido a prezzi esorbitanti, per 750 miliardi di dollari (stesso discorso);
f)acquisto delle armi in USA con gli 800 miliardi del “ReArm Europe”. Qui la competenza è degli Stati membri.
3.LA DISTRUZIONE DI 80 ANNI DI SFORZI PER EMANCIPARCI DALLO STATUS DI “SCONFITTI” (“VAE VICTIS!”)
Abbiamo lavorato per intere generazioni nell’ industria europea (in concorrenza, tra l’altro, con le imprese americane) per arrivare alla fine della nostra vita, grazie a “Rose Ladson”, al risultato pratico (80 anni dalla fine della guerra) di trasferire massicciamente in America i nostri soldi e i nostri dati (oltre che le nostre imprese, come quelle del Gruppo Stellantis, la cui sede operativa è stata appena trasferita a Detroit, mentre la Marelli va in “Chapter 11”=amministrazione controllata, davanti a un tribunale del Delaware).
Come scrive Perina: “Non ci sono più partner, per Washington, ma solo potenze concorrenti e piccole potenze da mettere in riga sui commerci, sulla difesa, su tutto. Si comincia a comprendere la portata della narrazione Maga sull’Europa parassita, che il centrodestra aveva derubricato a posizione da comizio ma era tutt’altro: la base ideologica della cancellazione di una partnership privilegiata. È un trauma scoprire che Trump non è un ‘Taco’, un cultore dell’esagerazione che però fa sempre marcia indietro, né un amico capriccioso ma alla fin fine ragionevole e manovrabile. È una brutta botta rendersi conto che il vantato legame con lui potrebbe rivelarsi una relazione imbarazzante e forse pericolosa per il consenso, perché hai voglia a dire Make West Great Again: qui il grande vincitore è solo l’America, tutti gli altri e anche gli italiani devono aprire il portafoglio per tagliare le tasse americane, aumentare l’occupazione americana, sostenere le merci americane, in cambio (forse, vedremo) della clemenza del leader americano”.
4.LA SCOMPARSA DEL MILLANTATO “BAZOOKA”DELLA UE: Nessun Paese, dal Canada alla Cina, è stato così servile verso Trump come l’ Europa. “Rose Ladson” è andata da Trump in un resort scozzese di sua proprietà privata, dove Trump stava gestendo i propri affari privati, e, parlando in Inglese, ha accettato tutte le sue condizioni. Una UE così serve soltanto a formalizzare i “Diktat” dell’ America, in modo che essi diventino vincolanti per gli Europei. Come fare per continuare a persuadere i cittadini a sostenere la UE? E, pensare che, nel caso europeo, per “mettere al loro posto” gli USA, non ci sarebbe neanche bisogno della paventata “guerra commerciale” di cui tanto si discute, bensì solo di applicare infine seriamente almeno le norme esistenti da decenni (e di cui tanto ci vantiamo vanamente: il preteso’”Effetto Bruxelles”!): quelle del WTO (di cui i dazi costituiscono una plateale violazione); quelle del DGPR, violate per prima dalla Commissione; quelle dell’ Antitrust (soprattutto americano); le Sentenze Schrems; lo “Strumento Anti-Coercizione”; il Golden Power; la minimum tax, e, “last but not least”, quelle sul regime linguistico dell’ Unione Europea (l’Inghilterra non è più uno Stato membro)!……La disapplicazione generalizzata di tutte le norme, nazionali, europee e internazionali, nei confronti degli USA e dei loro cittadini (l’“American Privilege”), costituisce una situazione coloniale, e una vera e propria omissione di atti di ufficio, di cui le nostre Autorità dovranno rispondere ai loro popoli, ma anche ai tribunali, oltre che la smentita di trecento anni di bugie sui “valori umanitari”, sullo “Stato di diritto” e sulla “democrazia internazionale”. Tutti parlano di “autonomia strategica” dell’Europa, ma questa non è possibile fintantoché vi sarà una sudditanza di fatto e concettuale, come quella sintetizzata nell’ incontro in Scozia (”la genuflessione di Ursula”).Ma anche i Francesi e i Tedeschi, che si lamentano delle concessioni fatte da “Rose Ladson”, potrebbero, se volessero, ribaltare da subito la situazione, impugnando gli accordi in Consiglio e in Parlamento e rilanciando le procedure contro i GAFAM aperte e mai concluse. Consiglio e Parlamento possono non ratificare! Vediamo quanto coraggio avrà Macron. E anche noi, perché non creiamo un movimento “di base” su questo tema?
5.L’ABBANDONO DELLA “POLITICA DEI DUE FORNI”: in un momento in cui la ripresa del dialogo con la Cina, a 50 anni dell’ avvio dei rapporti diplomatici, sarebbe stata appena ovvia, se non necessaria (come ribadito dall’ inviato cinese in Europa), l’incontro protocollare a Pechino, con Xi Jinping, di Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas è stato ridotto al minimo, per rispecchiare la freddezza nei rispettivi rapporti, che sarebbero invece, come vedremo, l’ unica alternativa alla sudditanza a Trump. Anzi, perfino il comunicato congiunto conclusivo non è altro che un collage di accuse UE alla Cina. Eppure, il PIL americano è stimato (in IMF Projections (2025)):in $30.51 miliardi, quello cinese in $40.72miliardi. Qual’è dunque il partner commerciale più interessante? Non certo gli USA. Se le esportazioni verso gli USA dovessero diminuire o essere meno profittevoli per via dei dazi di Trump, basterebbe incrementare quelle verso la Cina. Giustamente la Cina ha umiliato come si merita la troika europea (von der Leyen, Costa e Kallas), facendola arrivare al Palazzo del Popolo in pullman, senza bandiere e senza inni (così sottolineando il carattere non statuale della UE)!
6.IL 5% DEL PIL IN “SPESA MILITARE”: fino a un anno fa, non era neppure pensabile il 2% (vedi Giorgetti); oggi, tutti d’accordo sul 5%, solo perché lo chiede Trump, che lo interpreta come un pagamento dall’ Europa agli USA (ma bisognerà poi vedere che cosa se ne farà veramente, visto che non siamo stati capaci neppure di spendere i soldi del PNRR, e che nel 2035, con la Singularity e i missili ipersonici, potrebbero non esserci più né Trump, né la NATO, né l’Occidente, né la stessa Umanità ). Comunque, per fortuna questo impegno non è vincolante, perchè non realistico. Secondo Politico,” it’s unlikely the trade deal will boost U.S. weapons purchases by EU countries more than originally planned…European officials quietly clarified nothing concrete on arms had been agreed.”
Tra l’altro,“Last year’s report on EU competitiveness by former European Central Bank chief Mario Draghi found that 78 percent of the €75 billion EU countries spent on defense between June 2022 and June 2023 went outside the bloc, with 63 percent going to the U.S.”
Impossibile fare di più.
6.COME SPENDERLO?: Tutti danno praticamente per scontato che questi 5% verranno spesi esattamente come dice Trump, cioè per armamenti “maturi” fabbricati in USA (che in fondo l’ Europa già ha, o almeno aveva, prima di darli all’ Ucraina) e inviati in Ucraina dagli Europei, prendendosi le ire della Russia al posto dell’ America. Così facendo, non si risolverebbero certo i gravi problemi della difesa europea, cioè: l’impossibilità di negoziare alla pari con gli avversari come fanno gli USA; l’assenza di un’ ideologia “europea” da difendere, di basi tecnologiche avanzate, di un comando unico, di un’intelligence unica e agguerrita, di un adeguato deterrente missilistico e nucleare…Si finanzierebbero soltanto il bilancio americano e le guerre per espandere la NATO.
Macron dice che l’Europa dovrebbe “essere temuta”. Ma come fa ad essere temuta se non ha un’ideologia, una classe dirigente, un servizio segreto, un’arma nucleare, una propria industria militare? E’ lì che l’Europa dovrebbe spendere il suo 5%.
7.NATO ED EUROPA “FUNZIONARI” DEL PRESIDENTE AMERICANO, PIÙ ZELANTI DELLO STESSO TEAM PRESIDENZIALE (infatti il segretario olandese della NATO, Rutte, ha esultato fantozzianamente per la decisione sul 5%, definendola “una vittoria di Trump-chiamato affettuosamente “paparino”- contro la UE” :“com’è umano Lei!”), e, a sua volta, Giorgia Meloni si è affrettata a dichiarare in Parlamento che non ha nessun’intenzione di spendere quei soldi per una difesa europea, che costituirebbe “una duplicazione della NATO” (frase copiata esattamente da ciò che diceva il Pentagono già quarant’anni fa).
8.L’ARTICOLO 5 DEL TRATTATO NATO, che (proprio a causa del suo tenore vaghissimo, ben evidenziato da Trump), non ha mai creato alcun tipo di automatismo, né tanto meno alcun obbligo degli USA d’ intervenire (autodistruggendosi) con l’arma atomica per fare un favore agli oligarchi Europei. Men che mai ora gli USA hanno alcun’intenzione di interpretare quell’ articolo come sancente un siffatto obbligo, perché, come chiarito ad abundantiam da Trump e da Vance, essi non sentono nessun legame particolare con noi, che considerano con disprezzo come dei “parassiti”. Invece, noi dovremmo subire automaticamente eventuali reazioni russe, perché ospitiamo le testate nucleari americane (ne sono state spostate alcune appena ora nel Regno Unito). E, nonostante noi ben sappiamo tutto ciò, ci ostiniamo a voler coinvolgere gli USA nella nostra difesa.
9.EUROPA E TRUMP: Come ha dichiarato Romano Prodi, “la destra europea, a cominciare da quella italiana, appoggia il presidente degli Stati Uniti come i vecchi partiti comunisti seguivano l’ URSS.”Tra l’altro, parecchi “occidentali” , come per esempio Salvini (e, indirettamente, Trump, Vance e Musk), sono degli ex “progressisti”, tant’è vero che Trump e Zelenskij salutano ancora con il pugno sinistro chiuso (mentre altri prediligono il destro teso, che non è affatto un saluto fascista, né europeo, bensì è per eccellenza il saluto americano alla bandiera, il “Balch Salute” o “Bellamy Salute”, scopiazzato da d’Annunzio nelle “Notti di Cabiria”, e, dopo di lui, dai movimenti fascisti), oppure la sua versione post – Seconda Guerra mondiale, quella con la mano sul cuore.
D’altra parte, lo squilibrio fra le due parti è abissale. Come ha detto Luca Caracciolo: “Da una parte tu hai il presidente Trump, che è il presidente eletto del numero uno, e dall’altra parte c’è la signora von der Leyen che chiaramente non capisce nemmeno quello che sta dicendo e che soprattutto non rappresenta assolutamente i 27 paesi“. In queste condizioni, “L’accordo? È stato finora, almeno nei confronti degli europei, un negoziato di Trump con se stesso“, prosegue il giornalista. La controparte, a suo giudizio, semplicemente non c’è.
10.L’ “AMERICA-MONDO”: alla fine del XX° Secolo, Antonio Valladâo aveva scritto il libro “Il secolo XXI sarà americano”, in cui descriveva il mondo come oramai fagocitato dall’ America (l’”America-Mondo”), seppure in una versione “woke” e latina. Questi decenni sono stati segnati proprio dalla lotta della “maggioranza del mondo” per smontare questa prospettiva. Il compito dei diversi presidenti americani è stato invece quello di tentare (apparentemente senza successo) di difenderla. Trump vuole dare agli Americani e ai filoamericani sparsi nel mondo l’impressione che quella prospettiva sia ancora attuale, e pertanto si comporta di proposito con arroganza, come se fosse ancora il padrone del mondo, per vedere chi si fa impressionare. Arroganza che funziona perfettamente almeno con l’Europa di “Rose Ladson”, spalleggiata da Giorgia Meloni, che si confermano come sue vassalle (è il caso di dirlo) “a prova di bomba”.
11.L’“ECONOMIA ESTRATTIVA”DEGLI USA: Secondo Il Sole 24 Ore di domenica scorsa, gli Stati Uniti avrebbero subito, con Trump, una“mutazione”, nel senso di divenire un’ “economia estrattiva”, che sopravvive “estraendo ricchezza” dagli altri Paesi (in particolare, dagli alleati). In realtà, di “economia estrattiva” avevano già incominciato a parlare all’ inizio del nostro secolo Evgeny Morozov e Shushanna Zubow, riferendosi per altro alle grandi multinazionali (sempre americane) del web, che, di fatto, costituiscono la punta di diamante del colonialismo economico statunitense, in quanto spostano fra i continenti enormi quantità di denaro (e di potere), senza che il fenomeno venga nemmeno percepito. Nel fare ciò, esse non hanno fatto altro che proseguire con i nuovi mezzi tecnologici quanto fatto da decenni dalle imprese di servizi americane (banche, società di revisione, società di consulenza, studi legali), che controllano da sempre i gangli vitali dell’economia occidentale, avendo “ucciso” (con il fattivo supporto del Governo Americano e dei suoi agenti segreti, tutti i possibili concorrenti: Olivetti, ENI, Concorde, Auditel, EADS…).Così, anche l’esorbitante privilegio per i GAFAM è solo l’ultimo anello di una catena che ci porta diritti al dominio globale delle macchine intelligenti: la Singularity.
Leonardo Sinigaglia ha commentato su Quora: “A prima vista potrebbe sembrare un trattato di pace siglato dopo la resa incondizionata di un paese a un suo nemico, ma si tratta in realtà dell’accordo imposto dal presidente Trump ai suoi ‘alleati’ europei. Una vera e propria umiliazione che ha definitivamente archiviato qualsiasi surreale idea riguardo alla pretesa ‘autonomia’ dell’Unione Europea e al suo essere qualcosa di diverso da un’entità al servizio degli Stati Uniti, la cui azione ed esistenza è possibile esclusivamente nei modi, nei tempi e negli spazi decisi da Washington. Si tratta di un vero e proprio ‘trattato ineguale’, simile a quelli che le potenze occidentali imposero alla Cina nella seconda metà del XIX Secolo, a cui ora proprio i paesi europei sono costretti da quello che ci è stato presentato come il nostro più fedele e disinteressato alleato.”
Questo ci affratella più che mai con la Cina e con l’ India, due millenari imperi che, nel XIX° Secolo, furono costrette, come noi, a subire due umilianti declassamenti, appunto con i “trattati ineguali” e con la cerimonia feudale del Durbar.
La conseguenza per il futuro è che, a meno di uscire dall’ Occidente, l’Italia (e l’ Europa) saranno condannate a una decadenza programmata e senza fine, come la Cina e l’India fino alla loro totale indipendenza: “E’ evidente che non possa esserci futuro, che non possa esserci vita in Occidente. L’Italia non è chiamata a scegliere tra ‘contare nel mondo’ come parte dell’Europa o l’irrilevanza alla quale la condannerebbe il ‘sovranismo’, ma tra esistere fuori dall’Occidente o incancrenirsi fino alla morte all’interno di esso.”












