LA LIBERTA’ DEI POSTMODERNI NELL’ERA DELLE MACCHINE INTELLIGENTI

 

Hannibal ad portas

Nonostante che buona parte delle questioni di attualità (dalla geopolitica a Internet, dalla sessualità ai monopoli) venga “venduta” dai media come un problema di libertà, in realtà il tema della libertà è uno dei tanti che oggi non viene affrontato in modo adeguato perché, a dispetto dell’impostazione storicistica della cultura contemporanea, ci si rifiuta poi di applicare quello stesso storicismo alle realtà di oggi. Anche perché, se lo si facesse, emergerebbero tante scomode verità.

Non è stato sempre così, perché, per esempio, nell’ Ottocento si era avuto un dibattito accanito circa la differenza fra la libertà degli antichi e quella dei moderni (Benjamin Constant).

E così, mentre non ci si stanca mai di ribadire che, dopo la rivoluzione digitale, nulla è più uguale nel mondo, poi, in realtà, si continua ad affrontare ciascun problema (in questo caso, quello della libertà), sotto l’angolo visuale del 20° secolo, dimenticandosi che, oramai, tutto è cambiato.

E’ pur vero che la libertà è uno di quei temi che sono attuali sempre, e, tuttavia, nessuno potrà dire che la libertà di un ominide sia la stessa cosa di quella di un cittadino greco, oppure di un cavaliere medievale, di un borghese ottocentesco o di un lavoratore del ‘900. Né che la libertà dei Texani sia la stessa cosa della libertà nel Sahara o in India.

Nello stesso modo, dopo la rivoluzione digitale, non valgono più, nel parlare di libertà, i criteri che valevano ancora vent’anni fa.

Se è vero, dunque, che, in astratto, la libertà resta sempre la stessa, essa è sempre stata, in realtà, non già un’essenza metafisica (come la vedeva, ad esempio, Croce), bensì “un fascio di concrete e storiche libertà”. La libertà ontologica (il “libero arbitrio) consiste nell’ idea che, all’agire umano, sia aperta una (seppur minima) libertà di scelta. La libertà morale consiste nell’ adeguarsi all’etica a dispetto di tutti i condizionamenti sociali: libertà vo cercando chè sì cara come sa chi per lei vita rifiuta. Le libertà civili sono a loro volta tante: si concretano nella possibilità d’ influenzare effettivamente la cosa pubblica (uno“jus activae civitatis”), che comprende anche l’autodeterminazione nazionale (sovranità);in quella di vivere anche in modo non conforme alla morale dominante (anticonformismo); in quella di esprimere le proprie convinzioni su temi sensibili (visibilità), in quella di trovare reali occasioni di utilizzare proficuamente i propri talenti (libertà economica)…

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Cincinnato

1.Levoluzione delle libertà, dal Dopoguerra a oggi

Tutte queste libertà incontrano, oggi, condizioni di sviluppo radicalmente diverse dal passato, e già soltanto da quelle del Secondo Dopoguerra.

In quel periodo, si temevano soprattutto i limiti alle libertà che si erano affermati in connessione con la Guerra Civile Europea: la coercizione , poliziesca e militare, dello Stato di Eccezione, che imponeva spesso comportamenti contrari alla morale comune, come la guerra stessa e la violenza sui  civili innocenti; la censura; le persecuzioni politiche e razziali…Perciò si esaltava soprattutto la Libertà dei Moderni, fondata su un diritto mite, che permettesse a tutti di occuparsi del “doux commerce, allontanando le sirene violente delle ideologie totalitarie. Si tendeva già allora a negare il “libero arbitrio” in nome di concezioni meccanicistiche dell’uomo e come reazione occulta alla divisione del mondo in blocchi (il condannati a essere liberidi Sartre).

Oggi, invece, la libertà viene coartata in modi assai diversi, proprio attraverso leccessiva cura per la stabilità del sistema sociale, tipica dell’economicismo e del “diritto mite”: con l’imposizione di un conformismo quasi assoluto (il Pensiero Unico), degno dei più estremi fondamentalismi (manicheismo, anabattismo, mahdismo, Taiping); con  il controllo elettronico capillare di qualunque seppur minimo aspetto della nostra vita (i Big Data); con lo svuotamento di tutti i ruoli sociali (la web democracy), e la trasformazione progressiva di tutti i cittadini in disoccupati tecnologici che dipendono dall’ assistenza pubblica, poco importa se nella forma di incentivi alle imprese (assistenzialismo), di sussidi di disoccupazione, di cassa integrazione e/o reddito di cittadinanza (populismo), ecc…

Fareed Zakaria e le democrazie  illiberali

2.Convergenza dei sistemi politici

Dal punto di vista dello svuotamento della libertà sostanziale, si nota una convergenza sempre più marcata fra le liberaldemocrazie occidentali e gli Stati gerarchici dell’Asia, dell’ Africa e dell’ America Latina.

Questa convergenza si pone  su vari livelli:

a)concentrazione del potere in un unico centro direzionale (il complesso informatico-militare”), che fissa alla società, attraverso le nuove tecnologie, obiettivi di medio-lungo, che mirano al dominio mondiale;

b)la polarizzazione fra unarea del consenso, potenzialmente universale, che non mette in discussione il complesso informatico-militare, e unarea del dissenso, respinta sempre più verso la marginalità, lesclusione e il terrorismo;

c)la censura, da parte dei gatekeepers, di qualunque discorso politico concreto mirante messa sotto controllo della tecnica;

d)la semplificazione del dibattito politico-culturale attraverso schemi, quali quelli populismo-democrazia, che non hanno alcun nesso con le scelte concrete da adottarsi, e, quindi, non  permettono di formulare alcuna reale alternativa all’ipertrofia fuori controllo delle Macchine Intelligenti;

e)la riduzione  di qualunque dialettica storica al conflitto fra i complessi informatico-militare di quelle pochissime potenze che sono in grado di gestire un sistema digitale completo (USA e Cina; in prospettiva, forse, Russia, India e Israele).

In questa situazione, le libertà del cittadino europeo sono state praticamente annullate. Il Servo Arbitrio di Lutero ha trovato il proprio inveramento nella capacità di autoapprendimento dei “Big Data” (come diceva Asimov, “oramai lunica cosa inevitabile sono i robot”). Il diritto all autodeterminazione non esiste più, come dimostra il fatto che , ogniqualvolta si è compiuto un qualche tentativo di  cambiare il ruolo dell’ Europa nel mondo (per esempio con la Force de Frappe di De Gaulle, e. oggi, con l’esercito europeo di Macron), si è sempre scatenata in modo opaco una fulminea rivolta di piazza. La libertà di pensiero è distrutta dall autocensura, che impedisce che si tocchino i tabù del “progresso” della “pace” e della “differenza”. La libertà di comportamento è distrutta daglimperativi del politicamente corretto, delle politiche di genere, delle contrapposte emotività legate alle migrazioni. La privacy è completamente distrutta dal libero accesso, da parte del sistema informatico-militare, ai nostri più riposti segreti. La libertà economica è distrutta dal contingentamento dell Europa con pretese “questioni di sicurezza”, sanzioni e dazi, che, nel loro insieme, generano una crisi permanente dell’ economia europea, con i suoi corollari della debolezza delle imprese e della disoccupazione strutturale.

A loro volta, i  sistemi gerarchici dell’ Asia, dell’ Africa e dell’ America Latina (e, in primo luogo, quello cinese) si sono formati sulla base di quella che, con René Girard,  potremmo chiamare rivalità mimetica.  Per dirla alla giapponese: “tecnica occidentale, cultura asiatica”. Basti pensare ai Taiping, miscuglio di San Jiao, messianesimo puritano e socialismo; all’ esercito del Kuomingtang addestrato dall’ Armata Rossa, al PCC clonato sulla falsariga del PCUS; ai grattacieli cinesi progettati dalle archistar occidentali, perfino alla Nuova Via della Seta, inventata da Hilary Clinton…

Oggi, se, e nella misura in cui, nel mondo contano solo le potenze che dispongano di un autonomo “complesso informatico militare”, il problema numero uno degli Orientali  è quello d’impedire al complesso informatico militare americano di penetrare nelle loro società, il che implica la necessità di creare un  loro proprio sistema informatico-militare, che riempia gl interstizi lasciati vuoti fra Oriente e Occidente.

Il “Firewall”

3.La Società del Controllo Totale

La “Nuova Muraglia Cinese” (the Great Chinese Firewall) nasce anch’essa da un’idea americana, tipica del sistema informatico-militare USA. A partire dagli ultimi decenni del 20° Secolo, veniva chiamato Chinese Walls un sistema contrattuale, giuridico, organizzativo e informatico che doveva permettere di mantenere un regime di assoluta segretezza perfino fra i dipendenti di uno stesso ufficio. Ipotizziamo che un fornitore strategico abbia rapporti con due clienti fra loro concorrenti. Ebbene, i due clienti vincolano il fornitore a instaurare, al proprio interno, un sistema di “Chinese Walls”, grazie a cui i dipendenti dello stesso ufficio che trattano i componenti destinati ai due clienti non possano parlare fra di loro di questo argomento. Addirittura, le rappresentanze tecniche dei due clienti presenti nello stesso stabilimento non possono incontrarsi neppure alla macchinetta del caffè. Orbene, questo è, in piccolo, ciò che ha incominciato a verificarsi in grande  nei rapporti virtuali fra USA e Cina, dove la stessa Google è stata costretta a inventare e manutenere un Firewall che permettesse di isolare la propria rete  cinese da quella internazionale.

Anche il sistema di profilazione totale e di “credito sociale” oggi sviluppato in Cina, tanto dal settore pubblico quanto quello privato, non è che una clonazione di quelli in uso da molto tempo in Occidente, e documentati ad abundantiam da Assange,  da Snowden e da Schrems.

Di converso, i principi americani assomigliano sempre più , anche nel senso del controllo politico, a quelli cinesi. Secondo quanto dichiarato da Obama per giustificare il rifiuto di firmare un No-Spy Agreement con l’ Unione Europea, “i servizi segreti sono stati fondamentali per gli Stati Uniti fin dalla loro fondazione(basti pensare ai ruoli di Franklin e  di Jefferson in Europa). La Sentenza Schrems della Corte di Giustizia della UE ha dimostrato che il diritto di accesso delle 16 agenzie di spionaggio americane alla corrispondenza elettronica di cittadini e stranieri  si riallaccia ad una  base giuridica, nella legislazione postale americana, che risale fino alla 1a Guerra Mondiale. Del resto, le Big Five avevano messo a disposizione di Obama (chiamato  anche“il Presidente 2.0”), un intero grattacielo pieno di informatici per la sua prima campagna elettorale. Per la seconda, egli aveva utilizzato i dati sensibili di 10.000.000 di cittadini americani trattenuti fin dalla prima, senza lasciarli “in eredità”, né alla Casa Bianca, né al Partito Democratico. E’noto che Bush è stato eletto anche grazie ai dati ceduti da Facebook a Cambridge Analytica, e la Merkel a quelli di Deutsche Post.

Nel futuro, questa convergenza si accrescerà progressivamente grazie all’ Intelligenza Artificiale. Temo che l’assetto prossimo del mondo sarà la nascita di sistemi in cui il sistema informatico dominerà la vita intellettuale, politica, militare ed economica, e l’Umanità fungerà solo più da miniera da cui prelevare dati per la costruzione dell’Uomo Artificiale.

Il caso Huawei

4. Il conflitto fra i Complessi Informatico-Militari

L’unico aspetto positivo in questo scenario è l’esistenza di più sistemi informatico-militari in conflitto fra di loro, cosa che può permette anche a soggetti marginali (Russia, India, Israele, domani, l’ Europa) di affermare un barlume d’indipendenza. L’irrilevanza dell’Europa e la crisi delle nostre economie nasce proprio dall’attuale indisponibilità e incapacità dei nostri sistemi a generare, nonostante l’esistenza di questi conflitti, un sistema informatico-militare europeo autonomo.

Molti si chiederanno se valga comunque la pena che l’Europa si tuffi anch’essa in questo immane conflitto, visto che farlo è così difficile, e che comunque le Macchine Intelligenti sono condannate a dominare il mondo, eliminando la privacy, il libero arbitrio e perfino l’ Umanità.

A mio avviso, proprio perché credo nel Libero Arbitrio, non è detta l’ultima parola. La competizione per il controllo dell’ Intelligenza Artificiale costituisce proprio quell’ “Ultima Grande Battaglia” di cui parlava Nietzsche, riecheggiando più che mai gli antichi testi apocalittici, una battaglia intorno al significato della libertà e anche della storia. Il futuro informatizzato potrà    anche essere un futuro umano e un futuro di libertà, purchè l’Umanità lo approcci con un adeguato orientamento culturale,  mantenendo vivi i valori dell’ Epoca Assiale (cfr. Jan Assmann, “Achsenzeit”).Che, contrariamente a quelli odierni, erano valori “polemici”.Proprio gl’ Israeliti, i Greci e  i Romani, a cui tutte le vulgate europee fanno riferimento, erano popoli guerrieri, per cui libertà significava lotta continua per la propria autodifesa e autoaffermazione: Giosuè, Sansone, Davide, Achille, Ulisse, Leonida, Alessandro, Cesare, Costantino… Oggi, la lotta non è tanto contro altri popoli, e non è neppure una guerra fisica, bensì è la lotta contro il sistema informatico militare, una guerra d’ intelligenze (Laurent Alexandre). Tuttavia, essa richiede quelle stesse caratteristiche di lucidità, di fermezza, di coraggio e di abnegazione che furono di  Ulisse, di Leonida, di Cesare, di Costantino.

Leonida

5.L’Europa della libertà digitale

E’ in questo senso che l’Europa potrà, e, secondo me, dovrebbe,  rivendicare un ruolo nel futuro mondo delle Macchine Intelligenti: affiancandosi alle altre Potenze Continentali con un proprio, diverso, Sistema Informatico Militare, che non pretenda di comandare all’Umanità nel nome del Servo Arbitrio  e dell’ ineluttabilità del progresso tecnologico, bensì prenda invece  ordini dall’ Umanità.

Questo nuovo modello di interazione fra la società e il sistema informatico-militare potrebbe, e, a mio avviso, dovrebbe, emergere da una lotta per la sovranità digitale europea, che qualche politico (per esempio, Macron e Marine Le Pen) ha per ora solo timidamente accennato, ma che, in sostanza, resta soltanto una nebulosa idea astratta.

Come sempre, non mancano i documenti cartacei, anzi, ce ne sono fin troppi. Cito soltanto.

-la Direttiva 95/46/CE , sulla Protezione dei dati e la Direttiva 2006/24/CE , sulla Conservazione dei dati;

-la Comunicazione della Commissione al  Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale  e il Comitato delle Regioni: A Digital Agenda For Europe, Brussels 9.05.2010 COM (2010), 245
– Europe´s Digital Competitiveness Report 2010, https://ec.europa.eu/digital-agenda/sites/digital-agenda/files/european_competitiveness_report_2010.pdf, del 12 Agosto 2015;
-la Comunicazione  dalla Commissione al Parlamento Europeo,al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale e al Comitato delle Regioni: A Digital Single Market Strategy for Europe, http://ec.europa.eu/priorities/digital-single-market/docs/dsm-communication_en.pdf

Tuttavia, il problema è che l’intero sistema di Internet, con la sola eccezione del web cinese e dei suoi operatori, sono localizzati fisicamente o virtualmente negli Stati Uniti, sicché la normativa europea, fondata sui principi OCSE, non viene di fatto adempiuta, perché in contrasto con la legislazione postale americana, che è sostanzialmente una legislazione per il tempo di guerra, e quindi prevede un diritto illimitato delle autorità della sicurezza nazionale (americana), di violare sistematicamente la corrispondenza. Orbene, l’intero web è “corrispondenza”. Ne consegue che, quale che sia il contenuto della normativa UE applicabile, essa si rivelerà sempre una sfrontata finzione finché il controllo effettivo sul web europeo e sui dati degli Europei non sarà sottratto alle autorità e alle imprese americane.

Attualmente, sono in corso di attuazione normative sulla nazionalizzazione dei dati in Russia e in India, grazie alle quali i dati dei Russi e, rispettivamente, degl’Indiani, saranno custoditi nei rispettivi Paesi. Nulla di tutto questo in Europa.

Ovviamente, le conseguenze pratiche della nazionalizzazione dei dati dipendono da quale sia la legislazione informatica di un Paese. L’Unione Europea si vanta di essere il Paese più avanzato nella tutela dei suoi cittadini sul web, in particolare per ciò che riguarda la protezione della privacy, l’antitrust e la legislazione fiscale. Peccato che, come dicevo, queste splendide normative siano solo carta straccia, perché l’Unione Europea non ha la forza di farle applicare.

Volendo, invece, il giorno in cui i dati degli Europei fossero nazionalizzati, i server in cui fossero immagazzinati i dati degli Europei potrebbero essere posti sotto il controllo diretto dell’ Autorità Europea per la Privacy, gestiti dall’Europol sotto il controllo della Corte di Giustizia e difesi dall’ Esercito Europeo e dall’ intelligence europea. Nel sistema operativo di quei server, dovrebbero essere inseriti algoritmi che garantiscano il rispetto delle varie normative europee sull’accessibilità, conservazione e utilizzo dei dati,sulla lotta ai monopoli, sulla fiscalità internazionale e sulla difesa della sicurezza dell’ Europa.

La Repubblica Romana

6. Libertà politiche e rappresentanza

Il rapporto fra libertà e rappresentanza si regge da sempre su un equilibrio instabile. Nei periodi di lotta internazionale, come quello che stiamo vivendo, la gestione della cosa pubblica tende ad essere accentrata. Non per nulla, già le antiche forme repubblicane, come quelle romana e germanica, si trasformavano in monarchiche (Dictatura, Heereskoenigstum), per garantire l’unità della catena di comando. Questo spiega il fenomeno, altrimenti non comprensibile, delle cosiddette “democrazie illiberali”, che sono sistemi di comando unipersonale sovrapposti a costituzioni di democrazia rappresentativa: esse servono ad esigenze di difesa verso l’esterno. Basti pensare alla nomina di Putin per fronteggiare la guerra cecena, o all’accentramento del potere di Erdogan dopo il fallito colpo di Stato….

L’Europa Occidentale difficilmente potrà sottrarsi a questa tendenza. Per fare fronte all’ attacco delle macchine intelligenti, ma anche solo alle sanzioni e ai dazi di Trump, non bastano certo le deboli leadership nazionali, né tanto meno le inesistenti autorità europee; ci vuole un “Commander -in-Chief” capace di reagire senza indugio a manovre sotterranee e a colpi di mano.

Questo non significa affatto che non debbano esistere istituzioni più forti di rappresentanza, anche con forme di rappresentanza  speciale e di democrazia diretta. Ma tutto ciò dev’essere subordinato all’ obiettivo di difesa della libertà europea contro gli attacchi esterni, come ai tempi delle Guerre Persiane o di Hannibal ad portas.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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