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IN MEMORIA DI GIULIETTO CHIESA

Non sono un giornalista, e perciò preferisco non aggiungermi in modo autonomo e inopportuno alle molte, e ottime, commemorazioni fatte dai suoi colleghi.

Mi limiterò perciò, intanto, a citare la breve commemorazione di Franco Cardini sul suo blog di ieri, riportando anche parte dell’intervento di Chiesa al convegno via internet del 25 Aprile “Liberiamoci dal virus della guerra”, citato dallo stesso Cardini,  per poi passare all’illustrazione del tema che negli ultimi tempi più ha preoccupato Chiesa: l’avanzare della preparazione della IIIa Guerra Mondiale:

1.Commemorazione di Franco Cardini

Giulietto Chiesa – cittadino, uomo politico, parlamentare, scrittore, giornalista, polemista – era anzitutto tre cose: era buono, onesto e coraggioso. Forse in vita sua ha commesso molti sbagli: come tutti. Forse non tutte le sue idee erano sottoscrivibili: come quelle di ciascuno di noi. Ma è uno che non ha mai abbandonato il combattimento in prima linea per i valori nei quali credeva; uno che ad essi non ha mai anteposto nulla, compresi – e soprattutto – la sua immagine e il suo personale interesse.
Noi tutti che lo abbiamo apprezzato, che gli siamo stati amici, che abbiamo condiviso le sue battaglia, siamo certi che non lo scorderemo“,Minima Cardiniana 279/0)

2.Estratto dell’ intervento di Giulietto Chiesa:

“Vi ricordate l’articolo 21 della Costituzione italiana? C’è scritto ‘tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’.

Ma 60 milioni di italiani sono costretti ad ascoltare un solo megafono che urla da tutti i 7 canali televisivi del potere, sempre con le stesse facce, non so se vi siete accorti, sempre le stesse facce: sono due-tre anni che vediamo solo loro, una voce unica, monotona, sistematica, che quando ritiene opportuno urla e crea allarme e quando ritiene opportuno invece chiude tutti gli spazi e li riserva solo a loro, a una trentina di persone che decidono ciò che devono ascoltare 60 milioni di italiani.

Come esercitare il nostro diritto? In queste condizioni è impossibile esercitarlo mentre la rete, i social network, i giornali sono di fatto censurati come si è visto in modo subdolo e palese, senza possibilità di appello.

Ecco perché Julian Assange è un simbolo, è una bandiera, per questa ragione: perché la rappresenta, l’ha rappresentata in modo plastico e il silenzio che circonda il suo processo è la prova provata di come la censura può agire non solo raccontandoci bugie, ma tacendo ciò che per loro non deve essere noto.

Ma Assange ci può servire, anche come un invito alla riscossa, al risveglio prima che sia troppo tardi anche per noi, noi dovremmo capire che è indispensabile unire le forze, quelle che abbiamo che non sono neanche tanto piccole ma che hanno un difetto fondamentale: quello di essere frazionate divise, incapaci di parlare con una voce unica, e io invece ritengo che occorra creare o cominciare a creare una risposta coordinata, un megafono alternativo, uno strumento che sia capace di parlare ai milioni di spettatori ma soprattutto di cittadini che vogliono sapere.

E per difendersi devono sapere, e per difendersi devono organizzarsi.

I mesi a venire, credo che tutti ormai lo abbiamo capito, saranno una successione di colpi, di terremoti, di attentati alla nostra libertà.

Se milioni di pecore spaurite ascolteranno e vedranno solo ciò che suona il pifferaio magico allora andremo tutti in schiavitù molto velocemente.”

(Giulietto Guerra, Dall’ intervento “liberiamoci dal virus della guerra”)

3.Perchè la IIIa Guerra Mondiale?

Conoscevo però la persona, e ho sempre seguito con interesse le sue pubblicazioni e le sue battaglie. Vorrei perciò soffermarmi brevemente sulle qualità umane e civili di un uomo pubblico capace e coraggioso che, caso quasi unico nel suo ambiente, si è fatto portatore per decenni, senza peli sulla lingua,  di un punto di vista oggi aborrito da quasi tutti i membri della sua professione: quello di una critica senza sconti e al di là delle ideologie al progetto mondiale portato avanti, indipendentemente dal susseguirsi dei presidenti, degli Stati Uniti, almeno nell’ ultimo secolo. Non per nulla, nelle commemorazioni di tanti ex colleghi che lavorano ancora per i grandi giornali dell’ “establishment”, le lodi per  la sua lunga ed eccezionale carriera sono accoppiate a una critica molto chiara per l’ultima parte della sua vita, in cui, essendosi reso, a suo rischio e pericolo, indipendente da tutti i poteri forti, non solo editoriali, ma anche partitici e finanziari, si era lanciato in campagne che il “mainstream” definirebbe (e definisce) come “complottistiche”.

Non entrerò neppure nelle sofisticate analisi di politica internazionale del compianto Autore, limitandomi a un aspetto, che a me è sempre sembrato straordinariamente importante: la preparazione in corso della IIIa Guerra Mondiale,  su cui Chiesa ha avuto il coraggio d’ insistere senza timore di essere criticato, e neanche di infastidire i suoi stessi lettori.

L’”equilibrio del terrore”, sotto il quale abbiamo vissuto tutta la nostra vita, e che ha garantito questi 70 anni di relativa “pace”, aveva quale presupposto l’equilibrio strategico delle forze nucleari, rinforzato, negli ultimi 50, dal cosiddetto “hair trigger alert”, vale a dire l’allarme automatico del sistema missilistico nucleare di USA e URSS, tale da permettere di rispondere, con un “second strike”, a qualunque attacco avversario entro i tempi tecnici richiesti (circa mezz’ora). In tal modo, si garantiva la “Mutual Assured Destruction”, cioè la distruzione totale di ambedue i contendenti, che costituiva il migliore deterrente contro una guerra nucleare.

A causa di varie modifiche dello scenario strategico (missili acqua-terra, società del controllo totale, episodio del tenente-colonnello Petrov, crollo del blocco sovietico,  allargamento della NATO, militarizzazione dello spazio, numero crescente di potenze nucleari), il sistema tradizionale di mutua distruzione assicurata è venuto meno, sì che oggi gli Stati Uniti nutrirebbero più che mai (come sosteneva Chiesa) la speranza di costruire un sistema complesso che sfugga ai controlli della Russia (e anche della Cina), che permetta loro, vuoi di annientare in mezz’ora i propri avversari, vuoi di piegarli preliminarmente alle loro imposizioni. Ciò che Reagan aveva cercato di fare con lo SDI, che poi era rimasto incompleto a causa degli accordi con Gorbaciov e con Eltzin. La supposizione di una corsa agli armamenti nucleari guidata dagli USA, così’ argomentava Chiesa, è avvalorata dalla denunzia unilaterale, da parte degli Stati Uniti, di due importanti accordi internazionali, vale a dire:

-nel 2002, l’Anti-Ballistic Missile Treaty (ABM Treaty or ABMT) (1972—2002), firmato nel 1972;

-nel 2019, l’ Intermediate-range and Shorter-range Missiles (INF Treaty), firmato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov.

Inoltre, è stato svuotato nei fatti, dall’intensificarsi delle attività militari nello spazio, il Treaty on Principles Governing the Activities of States in the Exploration and Use of Outer Space, including the Moon and Other Celestial Bodies, firmato nel 1967.

Con Giulietto Chiesa è dunque venuto meno un uomo prezioso per contrastare questi inquietati sviluppi, che, essendo per loro natura basati sull’ intelligenza artificiale, costituiscono tra l’altro il principale veicolo per l’estensione del controllo delle macchine sull’ uomo. Il tema di studio, di dibattito e di lotta a nostro avviso più attuale e più urgente del XXI secolo.