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“DE ILLYRICO ET MOESIA” AL SALONE DEL LIBRO:ORE 14 SALA ARANCIO; ORE 18 CENTRO STUDI SAN CARLO

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO

DI TORINO

INTERNATIONAL BOOK FAIR IN TORINO

18 maggio, Ore 14:00-15:00 18 May. 2:00 p.m- 3:00 p.m.

De Illyrico et Moesia

Percorsi Europei nei Balcani

Sala Arancio, GALLERIA VISITATORI

Pier Virgilio Dastoli, Riccardo Lala, Chiara Marchesini, Marco Margrita e Alessio Stefanoni

Associazione Diàlexis, CNA Torino e Movimento Europeo

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PERCHE’ I BALCANI?   Intanto, perché sono la frontiera esterna terrestre dell’ Europa più vicina all’ Italia. Per esempio, durante quest’anno di guerra in Ucraina, più volte le flotte russa e americana si sono fronteggiate nel Canale di Otranto. In questi giorni, si sono anche interrotte le trattative  fra UE, Serbia e Kosovo sulla normalizzazione dei rapporti diplomatici, e, in particolare, sullo status dell’ Associazione dei Comuni Serbi, che, secondo gli auspici degli Europei, dovrebbe costituire una sorte di regione autonoma sul modello sudtirolese – cosa che però non è stata accettata dal governo kosovaro, provocando le dimissioni del consiglio di esperti costituzionalisti nominato dalla UE-. Con un’eventuale recrudescenza del conflitto ucraino, il fronte potrebbe correre di nuovo in Kosovo e in Bosnia.  WHY BALKANS?   First of all: they are the European outside land border most near to Italy. E.g., during this year of Ukrainian war, Russian and US fleets faced each other  in the Otranto Channel. In these days, a breaking point was reached even in negotiations between EU, Serbia and Kosovo about the normalisation of diplomatic relations. In particular, the Kosovo Government  has not accepted a special status of the Association of Serbian Communities, which, according to European Institutions, should become a sort of autonomous province, alongside the pattern of Südtirol. This has prompted the resignation of the committee of experts of constitutional law appointed by the EU. In case of a further increase of the Ukrainian conflict, the front could expand again to Kosovo and Bosnia.  
Ma, al di là di tutto ciò, i Balcani sono al cuore dell’Europa, a partire dall’antichissima civiltà danubiana, alla Grecia; dagl’imperatori illirici a Cirillo e Metodio; dall’Impero Ottomano a quello asburgico; dalle vie nazionali al socialismo alle recenti, sanguinose, guerre civili. Il trascurarli colpevolmente come   si fa usualmente porta all’incancrenirsi dei problemi. Secondo noi, ad esempio, avremmo dovuto addirittura iniziare le trattative  fra la UE e queste Repubbliche già  prima  che cominciassero le guerre civili. L’Europa, con il suo atteggiamento reticente ed ambiguo, è stata, perciò,  la prima responsabile dei conflitti in Est Europa, alimentati dalle frustrazioni di centinaia di milioni di est-europei trattati come Europei di serie B.  But, beyond all of that, Balkans are at the heart of Europe, starting from the ancient Danube Civilisation up to Greece; from Illyric Emperors to Cyrill and Methodius; from the Ottoman Empire to the one of the Habsburg; from the national roads to Socialism up to the recent bloody civil wars. To ignore  them, as usual,  out of neglect, brings about the worsening of each problem. If it had been up to us, we would have started negotiations between the UE and the Yugoslav Republics even before the start of civil wars. Europe, with its hostile and ambiguous attitude, has been, therefore, the first responsible of Eastern European conflicts, raised by the frustrations of hundred million East Europeans, dealt with as second class Europeans.  
Ma, si dice: gli Europei Orientali hanno culture, valori e sistemi giuridici diversi da quelli dell’Europa Occidentale, e, prima di essere ammessi alla UE, devono subire un lungo processo di adeguamento (all’”Acquis Communautaire”), e, prima ancora, aderire alla NATO. Per i Balcani Occidentali, stiamo parlando di 35 anni di attesa. Secondo errore. Qui stiamo procedendo come con il Regno delle Due Sicilie, costretto a divenire una succursale del Piemonte, oppure come con la DDR, trasformata in una colonia della RFT. Non si è voluto in alcun modo realizzare  una fusione alla pari, in cui una  nuova unità assorbisse e amalgamasse le identità degli Stati fusisi in essa.People say: East Europeans have cultures, values and legal systems different from the ones of Western Europe. Therefore, before being accepted into the EU, they have to undergo a lengthy adaptation process (to the “Acquis Communauteaire”), and , first of all, enter NATO. For Western Balkans, we are dealing with 35 years. Second mistake: we are proceding here in the same way as with the Kingdom od the Two Sicilies, compelled to become a subsidiary of Piedmomnt, or with DDR, transformed into a colony of the Federal German Republic. Noone has been willing to carry out a fusion among equals, whereby a new unity would have absorbed and amalgamated the identities of the merged States .  
Occorrerebbe invece accettare che l’Europa Centrale e Orientale porti all’ Europa il contributo della propria identità, storia, cultura, tradizioni e costumi. Ciò è vero, in particolare, per i Balcani, che, se non fosse per la nefasta importazione del nazionalismo dall’ Europa Occidentale (Filikì Eteria, Pijemont), avrebbe costituito da sempre un esempio concreto di un’ Europa Poliedrica, quale quella evocata da Papa Francesco. Città come Trieste, Sebenico, Sarajevo, Durazzo, Salonicco, hanno costituito nei secoli un esempio brillante di coesistenza fra Illirici, Greci, Romani, Ebrei, Veneti, Albanesi, Slavi, Valacchi, Ottomani , Austriaci… Il sistema europeo delle autonomie locali, mutuato in gran parte da quelle italiane, austro-ungariche,  sovietiche e jugoslave, trova però  la sua fonte prima nelle Milldetler ottomane, che, poste al confine con i domini austriaci, ne hanno condizionato la cultura. Per non parlare dell’autogestione jugoslava, unico esempio realizzato del “federalismo integrale” di Proudhon e di Alexandre Marc.  Western Europe should accept, on the contrary, that Central and Eastern Europe brings to Europe the contribution of its own identity, history, culture, traditions and customs. This applies, in particular, to Balkans, which, without the nefarious imnport of nationalism from Western Europe (the Filiji Eteria, the “Pijedmont”), would have beens since the beginning a concrete example od a Multifacedted Europe, like the one invoked by Pope Francis. Cities like Trieste, Sibenik, Sarajevo, Durres, Saloniki,have constituted over the centuries a bright example of coexistence among Illyrians, Greeks, Romans, Jews, Venetians, Albanians, Slavs, Vlachs, Ottomans, Austrians… The European system of local autonomies, derived to a large extent from the Italian, Austrian-Hungarian, Soviet and Yougoslavian, has its far away roots in the Ottoman Milletler, which, being at the borders with Austrian domains, have conditioned their cuilture. Without mentioning the Yougoslavian self-management, the sole example of “Integral Federalidsm” as conceived by Proudhon and Alexandre Marc.  
Oggi, sono in questione soprattutto i Balcani Occidentali (un’enclave di 6 Paesi , dopo ben 35 anni, ancora non membri dell’ Unione: Serbia, Bosnia, Montenegro, Albania, Macedonia e Kosovo). Slovenia e Croazia sono, invece, oramai Stati membri a peno titolo (compresi Schengen ed Euro). ani, ma, a nostro avviso, l’aspetto culturale resta  gravemente carente, e questo spiega l’astronomico ritardo delle trattative.. Con questo libro, vogliamo colmare questa carenza, dimostrando che: -i Balcani Occidentali hanno partecipato alla storia dell’identità europea non  meno di altre aree che si pretendono “centrali” (come per esempio Francia e Germania); -che, anzi, la loro cultura è perfino più ricca, variegata e poliedrica di quella di tante aree dell’Europa; -che si tratta comunque di un’area  affascinante, che vale la pena di essere non soltanto visitata, ma anche vissuta e studiata; -che i Balcanici non sono affatto così rissosi come li si descrive, e che una buona parte delle loro idiosincrasie provengono in realtà da Roma o Costantinopoli, Vienna o Mosca,  e, recentemente, da  Washington.   IL LIBRO. Partendo da questa situazione di fatto e da questi propositi, il libro si muove lungo quattro direttrici: -Tentando di delineare i lineamenti di una “cultura balcanica occidentale”, attraverso lingua, arte e storia; -Riassumendo sinteticamente ciò che cosa si muove intorno ai Balcani, ivi compresi gli aspetti geopolitici; -Sintetizzando le azioni in corso da parte delle diverse Istituzioni Europee per una politica culturale europea nei Balcani, -Formulando una nostra proposta di itinerari culturali, indipendentemente  dalle formalità dei progetti europei, del Consiglio d’Europa e della Commissione. I grandi temi agitati in queste pagine, e che esulano un poco dal “déjà vu” sono:   -la “federazione linguistica balcanica”, singolare fenomeno per cui i Balcanici, pur parlando lingue diversissime (slave, latine, elleniche, illiriche, turciche, indiche), in realtà pensano nello stesso modo, come dimostrato paradigmaticamente dalla filastrocca “fel-shara”;   -la “civiltà Danubiana”, la prima civiltà europea, presente in tutti i Balcani; -le “eresie dualistiche”, aventi il loro epicentro nei Balcani, anche se provenienti dall’ Asia e diffuse in tutta Europa, dalle quali, secondo Josef Seifert, deriverebbero  la maggior parte dei movimenti rivoluzionari europei;   -le popolazioni delle frontiere (le Krajne): Stradioti, Giannizzeri, Graenzer, Krajnici, Hajdùk, che hanno influito pesantemente sulla storia culturale di Venezia, Napoli, Turchia, Austria, Ungheria, Croazia; le comunità disperse (i Valacchi, gli Arumeni, gli Arberesh, gli Arvanites,i Sefarditi, i Rom, i Gagauzi, i Donauschwaben..);   -i profughi (Islamici siciliani, Albanesi, Serbi, Turchi, Dalmato-Giuliani..).                      

  I PROGETTI Per sostenere e assecondare l’allargamento della UE ai Balcani Occidentali, sarebbe necessario un vigoroso impegno culturale, che dovrebbe discendere da una più generale politica culturale delle Istituzioni europee. Questo infatti esiste, attraverso le forme dei Percorsi Culturali Europei del Consiglio d’ Europa, la componente culturale della Strategia Europea della Macroregione Adriatica e Jonica (EUSAIR) e il Routes 4U Project. Purtroppo, come spesso accade per le pur lodevoli iniziative europee, esse sono troppo farraginose, burocratiche e prive di contatto con il pubblico, sì che, per esempio, non esistono percorsi specifici ai Balcani Occidentali. I quattro percorsi culturali che andiamo proponendo, anche se ancora non abbiamo studiato le possibili modalità di inserimento nel quadro giuridico e finanziario europeo, puntano a vivificare il concetto di strade europee, innestandovi precisi messaggi di contenuto   I percorsi sono: ILLYRICUM, per l’Impero Romano; OLTREMARE, per la Repubblica di Venezia: MILLETLER, per l’Impero Ottomano MEŠTROVIĆ, per la ex Jugoslavia  
Today, its above all the moment of Western Balkans ( an enclave of 6 countries, which, after 35 years, are not yet members of the Union: Serbia, Bosnia, Montenegro, Albania, Macedonia and Kossovo): Slovenia and Croatia, on the contrary, are, now, member States. actively with the Balkans, but, in our opinion, the cultural side remains badly neglected, and this explains the unbelievable delay in the enlargement negotiations. By this book, we are trying to fill this gap, showing  that: –Western Balkans have participated in the history of European Identity not less than the areas which pretend to be “central” (such as, for instance, France and Germany);   -that their culture is even richer, more multifaceted and polyhedrical than other areas  of Europe;   -that we are dealing in any case with a charming area, worth not only to be visited, but also lived and studied;   –Balkan people are not so quarrelsome as they are described, and that a large part of their idiosyncrasies come, in reality, for Rome or Constantinople, Vienna or Moscow, and, lastly, from Washington.     THE BOOK   Starting from this situation and from the above stated  intents, the book moves alongside four directions: -Trying to outline the features of a “Western Balkan culture”,driven by laguages, arts and history; -Summarising everything which turns around Balkans, including geopolitics; -Outlining the actions ongoing by several European Institutions for the European cultural politics in the Balkans; -Expressing our proposals of cultural routes, without taking into account for the moment the technicalities of European Projects, of the ones of the Council of Europe and of the Commission. The grand  themes dealt with in the book, often going  beyond the “déjà vu”, are: -the “Balkan Language Federation”, an uncommon situation, whereby Balkan peoples, while speaking very different (Slavic, Latin,Hellenic,Illyric, Turcic, Indic), languages, think in reality in the same way, as shown iconically by the ditty”fel-shara”; -the “Danube Civilisation”, the first European civilisation, present all over in the Balkans; -the “dualistic heresies”, with their focus in the Balkans, even if they came from Asia, and widespread all over Europe, from whom, according to Josef Seifert, most of  the  European revolutionary movements were generated; -the border populations (living in Krajne), such as Stradioti, Jeniceri, Graenzer, Krajinici, Hajdùk, who have influenced heavily the cultural histories of Venice, Naples, Turkey, Austria, Hungary, Croatia; -Dispersed ethnicities (Vlachs, Arumenians, Arberesh, Arvanites, Sefardìm,Rom, Gagauz, Donauscwhaben..); -refugees (Sicilian Islamnics, Albanians, Serbs, Turks, Dalmatian-Julians..).         THE PROJECTS   For supporting and facilitating the enlargement of the EU to WESTERN Balkans, a robust cultural undertaking would be required, coming out from a general cultural policy of European Institutions.   And, in fact, such effort exists under the form of the Cultural Routs of the Council of Europe, the cultural segment of the European Strategy of the Adriatic and Ionic Macro-region (EUSAIR) and the Routes 4U Project. Unfortunately, as it often happens with European initiatives, also when they are very appropriate, as in this case, they are too cumbersome, burocratic and without an adequate access to a public audience. As an example, no specific cultural route exists for Western Balkans The four cultural routes which we are proposing by this book before even having verified their perspectives to be inserted into a legal and financial framework of European projects, aim to give flesh and blood to the concept of European Routes, inserting clear cut substantive contents. The Routes are:   ILLYRICUM, for the Roman Empire;   OLTREMARE, for the Republic of Venice;   MILLETLER, for the Ottoman Empire;   MEŠTROVIĆ, for the former Yugoslavia    
  L’Unione Europea e il Governo Italiano si stanno adoperando lodevolmente per l’adesione dei Balcani Occidentali. E’ previsto anche un aspetto culturale, ma, a nostro avviso, questo resta gravemente carente, e  ciò contribuisce a spiegare l’astronomico ritardo delle trattative.. Con questo libro, abbiamo l’ambizione di cominciare a  colmare le lacune circa il rapporto fra identità europea e identità balcanica.  The EU and the Italian Government are acting Very appropriately in favour of the adhesion of the West Balkan States to the UE. A cultural aspect is dealt with in EU documents, what, unfortunately, is not sufficient, and this contributes to the delay of the ongoing negotiations. By our book, we have the ambition to start filling the cognitive gaps around the relationships between European and Balkan identities.

Alle 18 del giorno 18 maggio/ At 6:00 pm  of May 18

CENTRO STUDI SAN CARLO

VIA MONTE DI PIETA’ 1,

 TORINO

Gruppo di lavoro sui progetti nei Balcani Occidentali

Working group on projects in  Western Balkans

Coordina/Chairs: Daniele Lonardo      

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I “Percorsi Culturali Europei” nell’ambito del Progetto Routes 4U e della Strategia Macro-Regionale Adriatica e Ionica (EUSAIR) ambiscono a venire incontro all’ esigenza di riempire di contenuti culturali  concreti il rapporto Europa-Balcani Occidentali.The “European Cultural Routes” within the Routes 4U and of the Adriatic and Ionian Macro-regional Strategy  (EUSAIR) have the ambition to satisfy the need for concrete cultural contents the relationship between Europe and Western Balkans  
Nei documenti del Routes 4U Project, si evidenza l’assenza di percorsi turistici specifici per il turismo nei Balcani Occidentali.  In the documents of Routes 4U Project, the absence of specific touristic routes  for Western Balkans is criticized
L’Associazione Diàlexis e Rinascimento Europeo stanno cercando partners, in particolare fra Enti locali e Istituzioni, dei Balcani Occidentali, per questo compitoAssociazione Diàlexis and Rinascimento Europeo are looking for partners, in particular, local authorities and Institutions, in the  Western Balkans, for carrying out such kind of projects
Il Gruppo di Lavoro mira a creare un network finalizzato a questo propositoThe working group aims to create a network focussed on these objectives.
Nel corso della riunione, si illustreranno le regole per i finanziamenti e proposte di progetto,  e si discuteranno le proposte degli intervenutiAt the meeting, financing rules and project proposals will be outlined, and the suggestions of participants will be discussed
Gli interventi possono essere effettuati in presenza oppure onlineInterventions may be proposed both in presence and online